La Casina del Cardinal Bessarione



La visita guidata alla Casina del Cardinal Bessarione sarà uno straordinario viaggio nel passato alla scoperta di un gioiello unico: la più antica villa romana del Rinascimento.
Situata lungo via di Porta Sebastiano, tratto urbano della via Appia Antica, si presenta come una palazzina, allineata sulla strada, la cui configurazione attuale risale al secolo XV, sebbene sia stato oggetto di una stratificazione di epoche diverse, da preesistenze di epoca romana fino a strutture medievali.
Sono stati infatti ritrovati in scavi recenti, al di sotto del piano seminterrato, strutture sepolcrali del I secolo a.C. e un edificio che mostra almeno tre fasi costruttive, a partire dalla prima età imperiale fino alla prima metà del II secolo d.C., di cui rimangono anche resti di un mosaico pavimentale. Alla fase medievale, invece, appartiene la parte sud-ovest dell’edificio, anticamente destinato alla funzione di ospedale, gestito dai fratres cruciferi della vicina chiesa di San Cesareo. Infine, alla seconda metà del XV secolo, è databile l’ampliamento verso la strada, facilmente riconoscibile dalla loggia al primo piano.
Questa parte denota anche la nuova destinazione d’uso dell’edificio che si trasformò in una residenza estiva ad opera del cardinale titolare di Tuscolo. Di qui l’ipotesi, suffragata da alcuni rinvenimenti documentali, che vi abbia risieduto il Cardinale Giovanni Bessarione, utilizzandola come dimora suburbana.
La loggia, fulcro della casa, è l’elemento architettonico più significativo, composta da antiche colonne di spoglio con capitelli dorici e ionici, che presenta anche una decorazione a festoni dipinti. Sul lato della casa che si affaccia sulla strada invece ci sono due imponenti finestre a croce guelfa e una decorazione a graffito e chiaroscuro rappresentante un fregio di fogliame.
La visita guidata alla Casina del Cardinal Bessarione sarà quindi un’occasione speciale per poter apprezzare un raro esempio di villa rinascimentale extraurbana, testimone di una storia millenaria.