Mostra Raffaello e la Domus Aurea

Mostra Raffaello Domus Aurea

La visita guidata alla Mostra Raffaello e la Domus Aurea è un’occasione unica che nel cinquecentenario della morte del grande artista del Rinascimento, presenta un lato meno esplorato del suo genio universale: lo studio dell’antico e l’attività di praefectus marmorum et lapidum omnium, una sorta di primo sovrintendente e conservatore degli edifici della Roma Antica.

In occasione della mostra, gli spazi della Domus Aurea aprono al pubblico, per calare i visitatore in quegli ambienti maestosi e misteriosi, decorati con grottesche, che una volta riscoperti alla fine del Quattrocento, influenzarono profondamente l’iconografia del Rinascimento. Era infatti il 1496 quando alcuni pittori come Filippino LippiPinturicchio Luca Signorelli, allora impegnati a Roma nelle stanze papali oggi visitabili ai Musei Vaticani, si calarono nella “grotta” del Colle Oppio, splendidamente decorata con motivi a festone e motivi vegetali, credendo di trovarsi all’interno delle Terme di Tito: avevano invece scoperto ciò che restava dell’antica Domus Aurea di Nerone, bruciata nell’incendio del 64 d.C.

All’inizio del Cinquecento sarà però Raffaello a stilare un vero e proprio compendio ordinato e illustrato dedicato al tema delle grottesche, andando poi a ripeterne il motivo grafico nella decorazione a stucchi e affreschi delle Logge Vaticane e nella celeberrima Stufetta del Cardinal Bibbiena che, situata in ambienti non visitabili dei Musei Vaticani, è integralmente ricostruita in mostra in dimensioni reali.

Giochi di luci, proiezioni e esperienze immersive concorrono in mostra a  ricostruire gli ambienti originali della Domus Aurea e al contempo, ripropongono le opere di Raffaello ad esse ispirate, creando uno stimolante gioco di rimandi tra antichità classica ed estetica rinascimentale, unite nella personalità di un artista che seppe coniugarle e farle dialogare in maniera originale e grandiosa.

 La visita guidata alla Mostra Raffaello e la Domus Aurea è un’emoziona a più livelli, dove le grottesche fanno da trait d’union tra gli ambienti neroniani e i grandi fasti rinascimentali, con una portata culturale talmente vasta che se ne ritroverà l’eco anche nelle opere degli artisti del Novecento, da Paul Klee a Salvador Dalì, da Joan Mirò ad Alexander Calder.