Visita guidata: Pasquino e le statue parlanti di Roma
La visita guidata a Pasquino e le statue parlanti sarà un’occasione per scoprire un lato insolito e forse meno scontato della capitale, una tradizione popolare che è stata tramandata fino a noi e che ci racconta molto dello spirito ironico e scanzonato del popolo romano.
Con il nome Pasquino infatti si intende la più celebre statua parlante della città, divenuta figura bizzarra e caratteristica fra il XVI ed il XIX secolo, dal 1501 posta in un piccolo slargo alle spalle di Piazza Navona che ora porta proprio il suo nome.
Ma che cos’erano le statue parlanti? Si definiscono tali perché ai loro piedi, ma più spesso al collo, si appendevano durante la notte fogli anonimi contenenti satire in versi per farsi beffe dei personaggi pubblici più importanti, appartenenti alla nobiltà romana o addirittura alla corte Papale. Erano le cosiddette “pasquinate“, dal nome della più nota statua, dalle quali emergeva, con spirito di sfida e di provocazione, il malcontento popolare nei confronti del potere, oltre all’avversione verso la corruzione e l’arroganza dei suoi rappresentanti.
In molti casi poi gli stessi detentori del potere, normalmente oggetto di battute sferzanti e frecciate impietose, usavano le stesse statue a fini propagandistici, contro avversari scomodi. Venivano usate per spargere maldicenze, offendere o screditare rivali politici, in particolare durante l’elezione di un nuovo pontefice. Non si trattava, in queste situazioni, della classica opposizione o critica al potere, ma al contrario dell’astuto tentativo di favorire l’ascesa al soglio pontificio di qualcuno a danno di un altro contendente, considerato un nemico.
Le statue parlanti sono in tutto sei ed erano conosciute anche col nome collettivo “il Congresso degli Arguti“. A questi sei personaggi furono dati dei soprannomi. La più famosa di esse era ed è tutt’ora quella di Pasquino, un torso di figura maschile, probabilmente del III secolo aC., in cattivo stato di conservazione, che probabilmente raffigura il re Menelao in un classico gruppo della tradizione scultorea ellenistica. Un’altra statua conosciuta è Marforio, una lunga figura barbuta distesa su un fianco, che decora un’ala dei Musei Capitolini. Forse un’allegoria di un fiume (probabilmente il Tevere) o forse Nettuno, Marforio veniva considerato la “spalla” di Pasquino, poiché in alcune delle satire le due statue dialogavano fra di loro.
Fra le “statue parlanti” minori si ricordano infine il Facchino, Madama Lucrezia, il cosiddetto Abate Luigi e il Babuino: ognuna con la sua storia, la sua peculiarità e i suoi aneddoti…
La visita guidata a Pasquino e alle statue parlanti permetterà di comprendere il carattere indomito dei romani che hanno sempre dimostrato la loro insofferenza verso i soprusi del potere con un umorismo mordace e sferzante che ha attraversato i secoli… per strapparci un sorriso ancora oggi!