La Chiesa di Santa Maria in Cappella e l'adiacente Ospitale Santa Francesca Romana





La visita guidata alla Chiesa di Santa Maria in Cappella e all’adiacente Ospitale Santa Francesca Romana, situati nel caratteristico Rione di Trastevere a Roma, rappresenta un’opportunità imperdibile per approfondire la conoscenza di un complesso poco noto e ancora tutto da scoprire, la cui chiesa è stata caratterizzata in tempi recenti da un sensazionale ritrovamento.
Rimane un mistero il vero motivo per il quale la piccola chiesa romanica, fondata nel 1090 per volere del pontefice Urbano II, presenta l’appellativo “cappella”. Forse per il luogo in cui sorge oppure a causa dell’erronea lettura ed interpretazione di un’epigrafe presente all’interno della stessa che riporta il verbo “appellatur”. Il motivo può essere ricondotto anche alla metà del Cinquecento, quando la gestione della struttura passò nelle mani della Confraternita dei Barilari che si occupava di fabbricare barili: il termine “cuppella” infatti indica un piccolo recipiente.
Grazie alla costruzione dell’adiacente ospedale che accoglieva pellegrini, poveri e malati voluto da Santa Francesca Romana, dal 1391 la chiesa entra a far parte di un complesso realizzato da Andreozzo Ponziani, che si occupa anche della ristrutturazione della stessa. Dal 1653 la cura del complesso viene affidata ad Olimpia Maidalchini della famiglia Pamphilj, proprietaria dei terreni adiacenti alla chiesa, che vi costruì un Casino del Belvedere ed un incantevole giardino chiamato in suo onore “Bagni di Donna Olimpia”.
La facciata della chiesa che vediamo oggi è frutto di un restauro del 1857, commissionato da Filippo Andrea Doria Pamphilj con l’intento di recuperare l’originale aspetto medievale e di rimettere in funzione il vecchio ospedale oggi noto come “Casa riposo di Santa Francesca Romana”. A causa di questa operazione invasiva andarono perse tutte le pitture ottocentesche realizzate da Achille Pinelli che impreziosivano l’esterno della chiesa. Il semplice spazio interno invece, suddiviso in tre navate da cinque colonne, presenta ancora alcune tracce decorative. Scavi archeologici recenti effettuati sotto l’altare hanno riportato in luce due recipienti appartenenti all’epoca di Urbano II, contenenti alcuni frammenti ossei.
La presenza del nome “Petrus” su uno dei contenitori ha portato alcuni studiosi ad ipotizzare che le spoglie appartenessero a San Pietro, spiegando così la mancanza di alcune ossa dal suo scheletro rinvenuto dalla basilica di San Pietro. Potrebbe essere stato lo stesso Urbano II a smembrare il corpo del padre della Chiesa in onore della consacrazione di Santa Maria in Cappella per stabilire un legame con la basilica madre.
La visita guidata alla Chiesa di Santa Maria in Cappella e all’Ospitale Santa Francesca Romana a Roma ci permetterà di scoprire la storia del complesso analizzando le varie fasi storico-artistiche e stilistiche che ha attraversato nel corso del tempo. A pochi passi dal complesso sarà possibile approfondire la storia dei Pamphilj con una visita guidata ai loro lussuosi appartamenti privati.